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Patata di Santa Maria a Monte

Patata di Santa Maria a Monte

La patata di Santa Maria a Monte, altrimenti nota con il nome di “Tosca”, nel territorio comunale di Santa Maria a Monte, zona tradizionalmente vocata alla coltivazione di questo tubero, esprime al meglio i propri caratteri produttivi poiché si adatta in modo ottimale alle locali condizioni pedo-climatiche. La pianta presenta steli poco numerosi, alquanto grossi, di color verde chiaro con infiorescenze piccole a fiori bianchi. Il tubero è di forma ovale allungata di buccia e pasta gialla con occhi superficiali. Questo tipo di patata ha una buona resistenza alla cottura, qualità che la rende ottimale per tutti i tipi di preparazioni culinarie

san donato

San Donato

San Donato è una frazione del comune di Santa Maria a Monte, nella provincia di Pisa.

STORIA

Deriva da un casale che cambiò l’antico nome di Pompiano o Poppiano, e il titolare della sua chiesa curata (S. Donato in Pompiano) con quello della chiesa moderna dedicata a S. Giuseppe e a S. Anna, e si trovava nel piviere Comunità a quasi 2 miglia a sud di S. Maria a Monte.

Situato ai piedi di Santa Maria a Monte, di cui ne è frazione, il piccolo paese di San donato si trova vicino al fiume Arno.

La piazza principale con la chiesa e il campanile sono lo spazio in cui si ritrovano gli abitanti di San Donato.

Le abitazioni sono di costruzione recente e alcune più vecchie sono state rimodernate.

Un luogo che attira visitatori grazie al bellissimo spazio naturale che offre e al ristorante e servizi di cui si può godere.

Ottimo per passionisti pescatori e anche per una gita familiare fuori porta.

Un luogo magico, dall’enorme tradizione, dove l’opera dell’uomo ha saputo costruire un rifugio incantato.

LAGO OASI

Il lago, che dista circa 1 kilometro da San Donato, è stato ricavato da una vecchia cava in disuso.

Cosimo I° De’ Medici nel 1400 circa fece deviare il corso dell’Arno perché a valle causava inondazioni e paludi. Da qui il nome della via dove sorge il ristorante dell’Oasi al Lago di San Donato: “Arnovecchio”. 

Negli anni ’70 alcuni imprenditori edili estrassero a lungo la sabbia che, scavata dalla terra, rappresentava un’ottima fonte di guadagno.

La superficie svuotata, alla fine fu di circa 50.000 metri quadri, con una profondità che raggiungeva gli 8, 10 metri.

L’acqua è limpidissima per essere filtrata dalla sabbia dei frudali.

L’attuale gestione è subentrata nel 1998. Da allora è in atto una trasformazione delle strutture e dell’habitat.

Le sponde sono state rimodellate per favorire tre livelli di utilizzo:

  • al piano superiore per praticare jogging su un anello di circa 1500 metri, dove saranno presto collocati gli strumenti di un percorso salute per la cura del benessere psicofisico;
  • sul piano del lago per passeggiare in completo relax sfiorando i pescatori intenti nella pesca di splendidi esemplari;
  • al livello di pesca per sfruttare i capanni che proteggono i pescatori e che rendono estremamente suggestivo il paesaggio.

Il lago è stato definito da funzionari delle FIPSAS “ il più adatto per gare a livelli alti “(finali di campionato italiano di trota al lago comprese) rappresentando un ideale di difficoltà per pescatori.

INFORMAZIONI:

OASI AL LAGO
di San Donato
EMME. GI. ERRE. srl
Via Arno Vecchio – San Donato
SANTA MARIA A MONTE (PI)
Tel. 0587 709 201
Fax 0587 704 770
Cell. 349 7833485
email: info@lagooasi.it

San Donato e il lago Oasi San Donato e il lago Oasi

San Donato e il lago Oasi

Parco Archeologico “La Rocca”

Parco Archeologico “La rocca”

Il Parco Archeologico “La Rocca” è un sito archeologico che si trova al vertice dell’antico borgo di Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa.

Il parco è stato inaugurato nel 2013, dopo un trentennio di scavi coordinati dalle cattedre di archeologia medievale prima dell’Università di Pisa poi dell’Università dell’Aquila sempre sotto la direzione scientifica del professor Fabio Redi e dopo un lungo e monumentale recupero dell’area occupata dai resti archeologici.Il sito è protetto da strutture moderne a copertura, progettate dall’architetto Claudio Gioia.

Storia

Le testimonianze di vita più antiche emerse dalle indagini risalgono al periodo etrusco, quantomeno a partire dal secolo V a.C. quando la sommità del paese era occupata da un villaggio che, seppur di modesta estensione, ha mostrato, attraverso le tipologie dei materiali, una certa floridezza: i reperti sono di varia provenienza e vario pregio e si segnalano alcune monete, di cui una greca dell’Attica.

Nel cortile parrocchiale è visibile una testimonianza della presenza etrusca nel territorio: si tratta di un cippo etrusco a clava in marmo di ottima fattura e alto circa settanta centimetri. È stato rinvenuto nella pianura sottostante ma apparteneva a una necropoli di un abitato d’altura; questo fatto rende possibile che questo manufatto sia stato realizzato proprio per un abitante del villaggio di Santa Maria a Monte. Con la romanizzazione il villaggio venne abbandonato e la popolazione si spostò nel piano, dove prosperò per tutti i secoli della tarda repubblica, del periodo imperiale e della prima parte dell’alto medioevo (secoli I A.C.-VIII D.C.) Qui, anche grazie alla felice posizione rispetto a importanti strade di terra e d’acqua, nacque, a poca distanza da Santa Maria a Monte, la pieve di Sant’Ippolito, in luogo detto Anniano. Le indagini archeologiche condotte da Giulio Ciampoltrini della Soprintendenza Archeologica della Toscana hanno evidenziato come questo monumento sia nato nel secolo IV, probabilmente in sostituzione (e sopra le fondazioni) di un martyrion pagano (luogo di sepoltura di una importante famiglia del territorio con valenze sacrali e pagane), mostrando la forza della nuova religione che andava a sostituirsi, anche materialmente, ai vecchi culti.

Parco Archeologico “La Rocca”

particolare

Sulla sommità del colle su cui poggia il paese venne costruita in periodo longobardo una cappella dedicata alla Vergine, cresciuta in importanza attraverso documentati passaggi, prima raccogliendo l’eredità della vicina pieve di Sant’Ippolito del secolo IV, poi arroccandosi in un castello per essere infine promossa a canonica per volere dei vescovi di Lucca. Ognuno di questi passaggi ha lasciato tracce monumentali nell’area del Parco Archeologico. Si tratta di una delle strutture cristiane più antiche della Toscana.

La pieve di Sant’Ippolito divenne praticamente proprietà di una famiglia di origine longobarda che, dal pievano più antico a noi noto, prende nome di Famiglia dei figli di Ghisperto; questa famiglia i trasmise il titolo di pievano di pare in figlio per almeno un secolo., cosa che all’epoca non era molto strana. Probabilmente per accrescere il loro potere sul territorio, la dinastia dei pievani di Sant’Ippolito fra il 766 e il 787 costruì la cappella di Santa Maria in luogo detto Monte, allora deserto. Sebbene nessun documento affermi con certezza che furono proprio i pievani di Sant’Ippolito a edificare di propria tasca questa chiesa la cosa appare molto probabile, e questo può essere affermato in base alla abbondante documentazione scritta rimastaci, conservata tutta presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca.

Le dimensioni dell’edificio originale (23 x 11 metri circa) fanno capire che la chiesa, definita “oracolum” ovvero semplice oratorio, era in realtà nata con molte pretese perché tali dimensioni sono insolite per edifici con queste caratteristiche. La posizione favorì un nuovo movimento della popolazione (in linea con le probabili intenzioni dei Figli di Ghisperto) e gli abitanti iniziarono a spostarsi dalla pianura per tornare al colle (che nei documenti del tempo è chiamato Monte), tanto che entro il secolo X il borgo era cresciuto a tal punto che la semplice cappella di S.Maria venne promossa a pieve (fra il 941 e il 983). Nel frattempo la parte alta del colle era stata incastellata per volontà del vescovo di Lucca (allora Santa Maria a Monte era sotto quella diocesi): il castello venne eretto prima del 906 ed è il più antico della lucchesia.Col crescere della popolazione crebbe anche l’importanza della comunità e il conseguente interesse da parte dei Vescovi di Lucca: nel 1025 venne qui istituita la prima canonica regolare della diocesi lucchese per volontà del vescovo riformatore Giovanni II da Besate, con 14 canonici. Con la nascita della canonica, o poco dopo, la chiesa venne radicalmente modificata con l’aggiunta della sezione absidale munita di cripta a deambulatorio, spaziosa e fornita di tre absidi e altrettanti altari, ancora ben visibili. Tra l’anno 1189 e il 1200 La chiesa subì un ulteriore restauro in seguito al quale venne ricostruito il fonte battesimale e il campanile e la chiesa si dotò di un pulpito in marmo di notevole importanza; recentemente (maggio 2013) è stata rinvenuta una scultura originariamente pertinente al pulpito suddetto e attribuibile alla scuola di Biduino (in corso di studio e di cui si prevede una imminente pubblicazione).

Parco Archeologico “La Rocca”

scultura attribuita alla scuola di Biduino

Parco Archeologico “La Rocca”

Pulpito in marmo

L’ultima fase di vita dell’area riguarda la sua progressiva trasformazione in rocca (da cui il nome attuale del parco pubblico), prima per opera dei lucchesi e poi, infine, per opera dei fiorentini, rocca rimasta in uso fino agli inizi del secolo XVI. Della rocca si vedono ampi tratti in mattoni, riconoscibili per l’andamento a scarpa e che possono essere ammirati, pur non essendo segnalati dalla cartellonistica, in vari punti del borgo.

Elementi conservati nel parcoIl Parco Archeologico “La Rocca” mostra molte testimonianze della storia che si è avvicendata nel suo perimetro (che corrisponde alla metà meridionale dell’antica struttura difensiva): l’elemento di maggiore monumentalità è l’area della cripta canonicale, di tipo detto “a eambulatorio”, dove si possono vedere i muri perimetrali della struttura del secolo XI (particolarmente interessante è la piccola abside nord, conservata per più di un metro e mezzo) e le basi dei tre altari originali, con relativa pedana; a sud della cripta si possono vedere le strutture ben conservate della porzione inferiore del campanile del 1189-1200, in mattoni (il pilastro a L in angolo) e le tamponature, sempre in mattoni, realizzate al momento della trasformazione di tutto il complesso in una rocca (sec.XIV) e del campanile in una torre.

Salendo dalla cripta, sotto un’ampia tettoia protettiva, è possibile vedere ciò che resta della primitiva struttura longobarda (sec.VIII) e i due fonti battesimali (quello più antico realizzato fra il 941 e il 983; quello più grande e recente, di cui si conserva tutta la base in pietra e mattoni, realizzato fra il 1189 e il 1200); la porzione compresa fra i fonti battesimali e la cripta è il luogo in cui sono state rinvenute le principali tracce relative al periodo etrusco e le otto fornaci da campane.

Uscendo da quest’area è chiaramente visibile una struttura di mattoni di forma parallelepipeda: si tratta della grande cisterna della fase trecentesca (quindi fiorentina) della rocca.

Osservatorio

Osservatorio astronomico di Tavolaia

Storia dell’osservatorio astronomico

L’ osservatorio è stato inaugurato il 5 settembre 1999.

Il Gruppo, si e’ costituito ufficialmente nel 1992, quando dopo anni di esperienze osservative effettuate singolarmente, nacque la volonta’ di riunirsi in una associazione.

Il gruppo svolge sia attività di didattica e di divulgazione, sia attività osservativa.

L’ attività divulgativa e di didattica viene svolta nel Comune di Santa Maria a Monte e comuni limitrofi, come per esempio quello di Peccioli, con interventi presso le scuole pubbliche.

Nel 2000 il gruppo Astrofili ha cambiato la propria denominazione in “ASSOCIAZIONE ASTRONOMICA ISAAC NEWTON”.
L’associazione ha in gestione l’OSSERVATORIO ASTRONOMICO COMUNALE DI TAVOLAIA ubicato nel territorio di Santa Maria a Monte.

L’osservatorio ha in dotazione:

  • un riflettore di 400 mm di diametro in duplice configurazione ottica newton e cassegrain ( f/5 e f/20)
  • un sensore CCD Seti 245 NCC.

Al piano terra dell’osservatorio sono a disposizione due sale riunioni per conferenze e incontri con il pubblico e le scuole.

Inoltre è attiva anche una postazione fissa situata nella zona del Comune di Santa Maria a Monte, nominata: STAZIONE ASTRONOMICA ” BS-CR ” di Mauro Bachini, dotata di un riflettore Newton di 250 mm e camera CCD Seti 245.

INFORMAZIONI:

L’osservatorio Astronomico di Tavolaia e’ aperto al pubblico il secondo e il quarto giovedì del mese alle ore 21:30.

osservatorio osservatorio

Carducci

Museo di Casa Carducci – Santa Maria a Monte

Giosuè Carducci fu uno dei poeti più famosi ed ammirati dell’Ottocento. Partecipò attivamente alla vita culturale della sua epoca come critico, studioso e professore. Per la sua opera poetica fu premiato con il Nobel per la letteratura.

Il museo si trova a Santa Maria a Monte presso la casa dove la famiglia Carducci visse dal 1856 al 1858. In questa casa si consumò la grande tragedia della famiglia del Poeta: la morte del secondogenito Dante, per cause mai chiarite. Lo stesso padre morì pochi giorni dopo il tragico evento, trovando anch’egli sepoltura nel vecchio cimitero del Paese, oggi Campo della Rimembranza. In questa cornice il Comune ha costruito un percorso guidato nella vita familiare e nel contesto socio-culturale del poeta in quel periodo attraverso fotografie, riproduzioni di documenti, libri e materiale figurativo ad hoc.

E’ presente nel museo la mostra permanente del maestro Possenti (26 fra dipinti e disegni)”Il Tenero Gigante”, ispirata alla vita ed alle opere del poeta Giosuè Carducci.

Informazioni museo:

Apertura:

Da martedì a giovedì pomeriggio ore 15,30-19;
La mattina mercoledì, venerdì e sabato ore 10-13.
Il sabato e la domenica pomeriggio aperto su prenotazione da effettuare il giovedì precedente.
Chiuso il lunedì

Prezzo: 3,00 euro biglietto intero; ridotto 2,00 euro (comitive massimo 5 persone)

Accesso handicap: Si

 

 

Contatti

Indirizzo: Via Giosuè Carducci, 29, 56020 Santa Maria A Monte

Telefono: 0587704254 – Fax: 0587705649

Sito internet: Comune di Santa Maria a Monte

E-mail: turismo@santamariaamonte.com